Delta del Po, paesaggio liquido
Sospeso tra terra e acqua, il Delta del Po sa imbandire la tavola con i frutti del mare e con i prodotti della terra: le anguille, le vongole veraci, l’ostrica rosa, le cozze DOP di Scardovari, i gamberetti, i branzini, il riso sono solo alcune delle eccellenze della più vasta zona umida d’Italia.
Questo territorio unico è una zona umida di rilevanza internazionale e allo stesso tempo di uno dei Parchi naturalistici più importanti d’Italia. Si tratta di un territorio completamente al di sotto del livello del mare (da 1 a 4 metri) in cui l’uomo e la natura convivono in perfetto equilibrio. Un labirinto di canali e specchi d’acqua salmastra dalla biodiversità straordinaria, con quasi 1000 specie di piante identificate, dove si librano in volo ben 370 specie di uccelli, tra cui gli eleganti fenicotteri rosa, e un luogo reso abitabile dall’intelligente gestione quotidiana delle acque da parte dell’uomo.
Il Delta propone una cucina in cui i gusti hanno ancora il carattere dei luoghi. Se il grande fiume è fonte di vita, e alimentazione, non bisogna dimenticare che la cucina del Delta trae le sue origini dalle carestie, dalle guerre, dalla povertà, da cui nasce la maestria del saper sfruttare i più umili prodotti del mare.
Ma in queste acque si trovano anche imprenditori visionari, che allevano la pregiata Ostrica Rosa del Delta attraverso un innovativo sistema di allevamento ad energia solare, che simula le maree e produce ostriche tra le migliori del mondo. Si tratta di un’ostrica di altissima qualità, derivata da un metodo d’allevamento moderno, finalizzato all’ottenimento di un’ostrica dalle caratteristiche davvero eccezionali.
E che cosa c’è di meglio che assaporare i frutti del mare in un capanno di legno, con i pali che affondano nell’acqua? Nati come rudimentali capanni di pesca, alcuni di questi “bilancioni” oggi si sono trasformati in ristoranti-ittiturismi che associano all’attività della pesca quella della ristorazione, garantendo freschezza e cucina a km 0.
Un territorio il cui potenziale turistico è tutt’oggi poco sfruttato, ricchissimo dal punto di vista paesaggistico, della biodiversità e anche delle sue eccellenze gastronomiche.
L’ostrica rosa del Delta del Po
Alessio Greguoldo, re dell’ostrica rosa con la sua Perla del Delta, prodotto unico al mondo ed eccellenza gastronomica
La Perla del Delta, è ubicata nella Sacca Degli Scardovari ed è la più importante azienda italiana della produzione ostriche di alta qualità. Considerata prodotto di nicchia, acclamata da intenditori, ristoratori e chef come una tra le migliori al mondo.
Ciò che rende uniche queste ostriche à la tecnica con cui sono allevate, attraverso un sistema innovativo che simula, grazie a una tecnologia implementata con pannelli solari, le maree atlantiche dei mari nordeuropei.
Gli impianti si trovano nelle acque della Sacca degli Scardovari, quasi 3.200 ettari di estensione. È qui che sul pelo dell’acqua, si muovono le ostriche, grazie ad un complesso meccanismo che sfrutta energia pulita (eolica e fotovoltaica) e manovrato manualmente da remoto per simulare l’andamento delle maree. Le ostriche vengono attaccate in verticale a delle funi che permettono di dosare acqua e aria con precisione, alternando periodi di immersione a periodi di esposizione all’aria e al sole.
Oggi, nelle cooperative aderenti al consorzio pescatori di Scardovari, lavorano oltre 1500 persone. È la più importante attività economica del Delta del Po in fatto di occupazione. Con 80mila quintali di vongole e circa 50mila di cozze, questa zona ha il primato della “produzione” di questi molluschi.
I ristoranti-ittiturismi
I tradizionali capanni dei pescatori, disseminati lungo le insenature e i canali del Delta. Alcuni di questi capanni oggi sono stati trasformati in ristoranti-ittiturismi che associano all’attività della pesca quella della ristorazione, garantendo la freschezza di un’autentica cucina a km0.
I gamberi di fiume su polentina bianca del Ristorante Ititurismo il Bilancione, un casone restaurato sospeso sul canale del Po di Gnocca attrezzato della tipica rete a bilancia da cui prende il nome, da cui si ammirano tramonti infuocati sul Grande Fiume
Ostrica Rosa del Delta su tagliata di manzo al coltello, scalogno e yogurt magro, un utilizzo insolito creato dallo Chef Cristian Mometti all’ittiturismo In Marinetta, un casone da pesca ristrutturato con gusto a pochi passi dall’ingresso dell’Isola di Albarella, proprio dove il primo ramo del Po di Levante incontra il mare
Cozze alla marinara: quale modo migliore per gustarle, se non in riva al mare?
Lo Chef Cristian Mometti
L’interpretazione di Cristian Mometti dell’anguilla, ingrediente immancabile e quasi simbolico del luogo, accompagnata da porro arrostito, riso soffiato e salsa Teriyaki.
L’Ittiturismo su palafitta Al Fritulìn nei pressi della Sacca di Scardovari. Sapori tipici del luogo come la frittura di laguna, il broeto, le seppioline in umido, il baccalà, cozze e vongole, quei piatti che ormai non si assaporano più se non sulle tavole dei pescatori.
Tagliolino al nero di seppia, caviale di aringa affumicato e aglio nero rifermentato, del Ristorante In Marinetta
Comacchio
Comacchio, da sempre conosciuta per le sue anguille, tanto da ispirare un film con Sophia Loren: La donna del fiume. Una lavorante nello stabilimento di marinatura delle anguille a Comacchio ha un figlio con un contrabbandiere che, scoperto per vendetta della donna, si da alla latitanza. L’antica Manifattura dei Marinati rappresenta ancora oggi un pezzo importante della storia di Comacchio, perché ha rimesso in moto l’intero ciclo di lavorazione tradizionale delle anguille.
Un dettaglio per le vie di Comacchio, città lagunare dalle caratteristiche uniche conosciuta per essere la patria dell’Anguilla