I maritozzi avrebbero origini risalenti all’antica Roma: il nome deriva dall’usanza da parte dei ragazzi di offrire questo dolce alla propria fidanzata.
Le future spose che lo ricevevano in dono erano abituate, appunto, a definire il donante «maritozzo», vezzeggiativo di «marito».
Attualmente questa pasta tradizionale, che trova varianti un po’ in tutta Italia, viene farcita con la panna, con la crema pasticcera, con il cioccolato o altre creme di fantasia.
Senza farcitura viene considerato un dolce da credenza, in quanto, come certe torte tradizionali che assumono questa definizione, si può conservare a temperatura ambiente (anche se preferibilmente in un sacchettino per alimenti) per alcuni giorni.
Temperare il lievito con il latte in una pentola a 35° C.
Unire lo zucchero e la farina e fare lievitare il tutto. Versare in una planetaria, oppure in una comune impastatrice, con gli ingredienti nell’ordine: zucchero, miele, uova, burro fuso, farina e sale sciolto in poco latte e scorza d’arancia grattugiata.
Impastare bene con il latte necessario, unire l’uvetta ammorbidita in acqua ed eventualmente nel rum, lievitare coperto e fare la pezzatura.
Far lievitare di nuovo i panetti coperti, lucidare poi con acqua e zucchero semolato.
Riporre in una teglia con carta da forno e cuocere in forno a 160/170 ° C fino a doratura.
Una volta pronti, farli raffreddare completamente prima di tagliarli e farcirli con la crema scelta.