Val d’Orcia Patrimonio Unesco
La Val d’Orcia (Patrimonio Unesco) è fra le immagini iconiche della Toscana. È solo una piccola valle, ma qui si esprimono in armonia natura, arte, spiritualità, gastronomia, enologia, leisure e romance. Agli inizi del XX secolo era una terra ricca di storia, ma difficile da vivere, ma negli anni gli abitanti hanno saputo rispettare il territorio, conservarne l’unicità e le testimonianze e appena oltre i percorsi più noti si fanno incontri ricchi di interesse.
Museo Tempio del Brunello
A Montalcino, nel complesso monumentale di Sant’Agostino (XIII Sec.), recentemente restaurato, sono esposte le raccolte Museali Civica e Diocesana: una collezione di statue lignee e opere di scuola senese e una raccolta di maioliche dalla bottega di Luca e Andrea Della Robbia. Nei sotterranei dell’ex convento si visita il Museo Archeologico con i reperti dal vicino Poggio Civitella, antica fortezza etrusca che ancora deve rivelare parte dei suoi segreti.
Sempre nei suggestivi ambienti del convento è ospitato il Museo Tempio del Brunello, innovativo, immersivo e tecnologico che racconta il territorio e, attraverso la voce dei protagonisti, la storia del Brunello, la sua evoluzione dalle vigne di casa ai mercati internazionali.
Poi ci si siede nel chiostro e con i visori multimediali si prova l’emozione di volare su castelli, borghi, vigneti, colline, sorvolando il territorio del Brunello di Montalcino da una prospettiva da vertigine. La visita può terminare alla tavola della multimediale Enoteca Bistrot Tempio del Brunello, sempre nel chiostro del convento, dove si possono ricevere informazioni personalizzate sulle tipologie dei Brunello di Montalcino (Annata, Vigna e Riserva) e Rosso di Montalcino.
Si può essere guidati da un sommelier digitale nella scelta del Brunello più in linea con la propria personalità. Ma in tavola il cibo è di vera e gustosa cucina di prodotti toscani proposti in un menu ad un tempo tradizionale e di stagione, trattato con mano leggera e attuale da Imma Cordella in cucina. Scaricando l’App l’Oro di Montalcino (www.orodimontalcino.com) si ha sul proprio cellulare questo percorso sensoriale ed emotivo ed il racconto di questo importante progetto culturale intorno al vino.
La rocca di Tentennano
Si eleva su un aspro scoglio di sasso, pietra su pietra per questa torre fortezza, l’unica in Val d’Orcia a non essere mai stata espugnata (fu conquistata ma con il tradimento di chi dall’interno aprì le porte al nemico). Ancora prima dell’anno mille fu ‘sentinella’ con vista a 360° dal Monte Amiata a tutta la Val d’Orcia, uno dei principali avamposti sulla via Francigena. Per tutto il Trecento fu possesso della potente famiglia dei Salimbene.
Nell’anno 1377, vi soggiornò Caterina Benincasa, la futura Santa Caterina da Siena, che secondo tradizione, qui, ricevette miracolosamente il dono della scrittura: al risveglio da un sonno, prese la penna e cominciò a lavorare al Dialogo della Beata Provvidenza.
Di recente la visita della torre è stata affidata all’associazione ValdOrciaTour, con sede a Castiglione d’Orcia, composta da giovani professionalmente preparati e motivati a promuovere i loro luoghi, scelta che ha facilitato la visita del complesso. Salire fino alla cima della torre e godere della vista, non solo vale i molti scalini, ma fa capire come si poteva vedere, con giorni d’anticipo, l’avanzare del nemico, prepararsi alla difesa e mettersi in salvo all’interno della torre fortezza.
Ai piedi della torre, il minuscolo, intatto, incantevole borgo medioevale d‘origine etrusca Rocca d’Orcia, è un luogo fuori dal tempo, con poche antiche case disposte a ventaglio intorno a una piazza che ha al centro una fontana-cisterna (forse del Vignola) decorata con gli stemmi delle piccole contrade del borgo.
Sulla stessa piazza ci si può fermare a mangiare e a dormire alla Cisterna del Borgo, ristorante con camere.
Quasi contigua è Castiglione d’Orcia, sempre borgo, ma più grande, più abitato, più cittadino e dominato dalla Rocca edificata intorno al X° secolo dalla famiglia feudale degli Aldobrandeschi di Santa Fiora, una delle più potenti della Toscana meridionale. Il fortilizio controllava l’antica strada che dal monte Amiata immette nella Val d’Orcia dove passavano le principali vie di comunicazione da e verso la Maremma.
In borgo Vittorio Emanuele 70, nel centro di Castiglione d’Orcia, bisogna fare sosta alla pasticceria di Dario Scheggi, un giovane pasticcere che prepara artigianalmente dolci tipici toscani e buona pasticceria.
Castello di Spedaletto in Val d’Orcia
Nell’alto e basso medioevo l’importanza della Val d’Orcia fu legata alla Via Francigena, e su questa arteria di comunicazione europea che attraversava l’Italia per tutta la sua lunghezza nacquero centri urbani e castelli a presidio della viabilità di persone e merci, e furono numerosi anche gli “Spedali”, luoghi di protezione, ricovero e cura dei pellegrini e dei viandanti.
Sulla strada provinciale 53 che da Pienza giunge a Bagno Vignoni, l’antico Castello di Spedaletto è stato un Castello con grancia (dal francese ‘grenier’) utilizzato per la conservazione del grano, e che in seguito divenne una vasta azienda agricola di proprietà monastica.
Situato a fondo valle, fortificato e munito di cinta muraria, il Castello di Spedaletto fu edificato nel XII° secolo dal religioso Ugolino da Rocchione e, dal 1236, fu amministrato dal potente Spedale di S.Maria della Scala di Siena.
Oggi si presenta maestoso e suggestivo con torri ad ogni angolo, merlature, una porta di accesso fortificata con un poderoso mastio. In ottimo stato di conservazione – recentemente è stato oggetto di lavori di restauro – da tempo di proprietà privata, è fattoria ed agriturismo. L’accesso ai cortili esterni e alla chiesetta è libero e nel primo cortile ad accogliere i moderni viandanti è la Locanda del Mulino, un piccolo ristorante gestito da giovani donne, Barbara e Paola in cucina e Simona in sala.
Il menu è toscano e i loro piatti sono realizzati con grani antichi macinati a pietra del Mulino della Val d’Orcia, azienda agricola che produce paste pregiate, farine macinate a pietra, cereali, legumi, vino e olio. I campi di produzione – 100 ettari nel comune di Pienza – hanno al massimo 10km di distanza dal molino di lavorazione.
Tutti i prodotti sono in vendita nello show room all’ingresso del Castello.
S. Quirico d’Orcia
Ha un centro storico piccolo e coeso, integro e completamente pedonale. Da non perdere la Pieve dei Santi Quirico e Giulitta, nota come collegiata di San Quirico: l’esterno è in stile romanico con tre magnifici portali, uno in asse con la Via Francigena, due laterali. Tre portali d’ingresso ad una stessa chiesa perché, per i pellegrini romei, la porta d’ingresso e quelle d’uscita non potevano essere le stesse: dalla prima si entrava peccatori, dalle altre si usciva purificati.
Il primo, magnifico, portale laterale della collegiata, è attribuito a Giovanni Pisano. Poco distante il giardino degli Horti Leonini prende il nome da Diomede Leoni nato a S.Quirico nel 1514, figlio illegittimo del notaio Cristofaro Francesco del Fuoco che mai lo riconobbe, pur aiutandolo economicamente e negli studi.
Diomede Leoni fu segretario a Pienza di Pio Piccolomini, poi a Roma fu alla corte del cardinale Luigi Cordaro; frequentò e fu amico di letterati, artisti ed architetti e fu anche molto vicino a Michelangelo, al punto che si suppone che un primo abbozzo degli Horti possa essere stato progettato dal grande maestro. Diomede Leoni non volle realizzare un giardino privato in una proprietà chiusa, ma uno spazio pubblico, aperto a tutti, dove accogliere in armonia e bellezza visitatori e viandanti. Oggi gli Horti Leonini sono di proprietà del comune di San Quirico e d’estate il parco ospita anche installazioni d’arte. Appena fuori dal centro storico di San Quirico, il Ristorante Fonte alla Vena – segnalato dalla Guida Michelin come Bib Gourmand – è una sosta piacevole e curata. Ambienti di rustica eleganza, menu del territorio, piatti di tradizione contadina, tutto realizzato con attenzione e cura ed anche un’ottima cantina. Un indirizzo che si tiene a mente.
Castello di Velona in Val d’Orcia
Su un promontorio con vista a 360 gradi e senza confini sulla Val d’Orcia, il Castello di Velona è un fortilizio medievale costruito nell’XI secolo, memoria dell’antica rivalità tra Siena e Firenze. Il torrione medioevale, unico, possente, bellissimo, ne è l’icona indimenticabile.
Altre parti del Castello hanno subito modifiche nel corso dei secoli, fino alla recente trasformazione in Resort con alcune camere ospitate nella parte antica, ed altre nell’ala UNESCO, realizzate negli Anni 90, su progetto dell’architetto Ettore Mocchetti. Camere confortevoli con spazi esterni privati che godono di stupenda vista e bagni con ampie vasche termali in travertino. Il travertino è l’elemento costruttivo che caratterizza anche la grande Spa e le piscine interne ed esterne alimentate dall’acqua calda della sorgente termale che sgorga nel parco dell’hotel. Il Castello ospita inoltre il ristorante Il Brunello affidato allo chef Riccardo Bacciottini che, per la prossima estate, propone due menù degustazione, uno con un percorso dedicato ai prodotti identitari del Monte Amiata e uno legato ai propri prestigiosi percorsi internazionali.