La longevità nel piatto: i cibi di protezione

cibi di protezione
 

Eccoci ritrovati per approfondire ulteriormente quanto accennato nello scorso numero, in cui vi illustravo come il cibo incide sulla longevità; spiegavo, infatti, che i singoli alimenti hanno effetto sulla longevità solo ed esclusivamente se sono inseriti in una strategia nutrizionale e, viceversa, una strategia nutrizionale ha un effetto sulla longevità solo ed esclusivamente se contiene, con frequenza costante, i singoli alimenti specifici.

Oggi, quindi, dobbiamo individuare tutti quegli alimenti che, per loro caratteristiche intrinseche, possono dare un contributo alla longevità, in quanto agiscono da segnale o di attivazione genica (per i geni che favoriscono la longevità) o di silenziamento genico (per quelli che inibiscono la longevità).

Ebbene, ci sono 2 categorie di alimenti, che, in questo campo, risultano essere estremamente importanti:

A) I CIBI DI PROTEZIONE

B) I CIBI DELLA LONGEVITÀ

 

Per quanto riguarda la prima categoria, è bene specificare che questi alimenti agiscono sulla longevità in modo secondario, cioè non tanto allungando la vita, ma proteggendo l’organismo da malattie degenerative.

Vediamo nel dettaglio quali sono i cibi di protezione:

  • Aglio
  • Legumi
  • Cereali integrali
  • Olio di oliva
  • Aromi e spezie
  • Olio di semi
  • Frutta fresca
  • Semi oleosi
  • Frutta secca
  • Brassicacee

 

Non posso certamente trattare adeguatamente ciascuno di questi cibi di protezione, ma prendiamo, ad esempio, l’aglio. Gli effetti benefici dell’aglio sono dovuti all’alliina, che è contenuta in minor quantità nell’aglio fresco e in misura maggiore nell’aglio essiccato. Tale sostanza ha notevoli azioni di prevenzione, in particolare: ha un effetto antipertensivo, di riduzione del colesterolo cattivo e aumento di quello buono, di riduzione della glicemia a digiuno.

Per quanto riguarda invece i cereali integrali, è chiaro che le componenti di maggiore utilità sono le fibre in essi contenute. Le fibre hanno effetti importantissimi sul nostro organismo: hanno un’azione di riduzione del colesterolo e hanno una funzione protettiva nei confronti delle malattie cardiovascolari che è, a dir poco, strabiliante; ci sono, infatti, studi che suggeriscono che un incremento di 10 grammi al giorno di fibre portano ad un decremento del rischio di eventi coronarici del 14% e di rischio di morte coronarica del 27% e questo è soprattutto vero se la fibra proviene da cereali integrali e frutta!

 

Pensate che la dose di fibre consigliata da tutti gli studi osservazionali è di 35 grammi al giorno: vi assicuro che è una enormità se la compariamo a quanta ne assumiamo effettivamente.

A proposito di aromi e spezie ci sarebbe tantissimo da dire, ma mi soffermo sul peperoncino!

Le proprietà di questo alimento risiedono, oltre che nella presenza di diverse vitamine e acidi grassi, nella peculiare azione della capsaicina.

Essa è un alcaloide presente nel peperoncino, che è anche responsabile della piccantezza dell’alimento. Questa sostanza ha un effetto particolare: all’inizio ha un effetto eccitativo, portando a bruciore delle mucose (chi non ha ancora provato l’effetto può divertirsi a farlo!), ma nella fase successiva ha un effetto analgesico che dura nel tempo, in cui le fibre dolorifiche diventano insensibili agli stimoli nocicettivi di qualsiasi natura!

Infatti, come antidolorifico, è stato approvato nella forma di cerotto dermico, utile in quei casi di nevralgia post traumatica e da polineuropatia.

 

Ma l’effetto della capsaicina va ben oltre: essa, infatti, aumenta la termogenesi (cioè permette al nostro organismo di aumentare il consumo calorico), diminuisce l’appetito, diminuisce la glicemia a digiuno e i livelli di trigliceridi. Per finire, sono stati osservati negli ultimi vent’anni, degli importanti effetti antitumorali.

Chiaramente non è tutto oro ciò che luccica, perché la capsaicina, se utilizzata in modo prolungato, a livello intestinale può provocare degli effetti infiammatori e questo lo specifico proprio perché non vale mai il principio del “fai-da-te” e soprattutto non vale mai l’assumere in modo incondizionato un alimento o integratore senza inserirlo in un contesto adeguato ed una strategia ad ampio respiro.

Come dicevo all’inizio dell’articolo, i singoli alimenti svolgono principalmente la loro azione se inseriti nell’ambito di una strategia nutrizionale ben precisa: fuori da essa potrebbero anche risultare dannosi. E comunque sfido chiunque a tenere a bada l’ipertensione con del semplice aglio, se poi siamo sedentari, sovrappeso, mangiamo spesso affettati e formaggi e beviamo coca cola e vino!

Ci rivediamo nel prossimo numero per parlare dei cibi della longevità ad azione diretta.

 


Primo Vercilli

medico dietologo nutrigenetico
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