Gli amici della salute: longevity food per aiutare i geni della longevità

invecchiamento, foto di dna
 
Abbiamo visto, nei precedenti articoli, quali sono i cardini alimentari nemici della salute: eccesso di zuccheri, eccesso di grassi saturi e carenza di fibre. Certamente già impostare un’alimentazione che si basi su un apporto moderato di grassi saturi e zuccheri e, al contrario, un ottimo apporto di fibre, può essere una buona base di partenza. Ma è tutto qui? Ebbene no. C’è ancora molta strada da fare. Il passo successivo è quello di selezionare in modo più specifico determinati alimenti, che hanno, all’interno del nostro organismo, un’azione importantissima di modulazione della funzione dei nostri geni. Il nostro DNA è formato da 25-30 mila geni, per un totale di più di 3 milioni di coppie di basi, ciascuno dei quali entra nel dettare precise caratteristiche fisiche, fisiologiche, metaboliche. Ebbene, dovete pensare che, tra i geni che compongono il nostro DNA, ci sono anche quelli della longevità e quelli dell’invecchiamento. Non cominciate subito a pensare che i geni dell’invecchiamento siano cattivi: possiamo dire che diventano cattivi se noi li stimoliamo con l’alimentazione qualitativamente e quantitativamente sbagliata; in condizioni di normale o basso apporto calorico i geni dell’invecchiamento hanno la funzione (positiva!) di stimolare il ricambio cellulare sostituendo le cellule morte con nuove cellule.
In condizioni di eccesso calorico (molti zuccheri, molti grassi saturi, poche fibre: vi ricordate i nemici della salute?) ecco che i geni dell’invecchiamento favoriscono un maggiore stress ossidativo (accumulo di radicali liberi) e condizionano enormemente l’accumulo di grasso e la sensibilità all’insulina, nonché la liberazione di sostanze da parte del tessuto adiposo che favorisco le infiammazioni e alterano l’assetto ormonale. A questo punto la domanda sorge spontanea: c’è un modo per tenere a bada l’attività dei geni dell’invecchiamento? La risposta è: assolutamente sì. Fermo restando che il presupposto fondamentale è la riduzione calorica (ma di questo parleremo in un articolo a parte), ci sono numerose molecole, contenute nel cibo, che ci permettono di modulare l’azione dei geni dell’invecchiamento.
Ecco quindi i nostri primi amici della salute! Prima di elencarvi queste magiche sostanze, vi avverto che, ahimè, chi si aspettava di trovare Coca Cola e patatine fritte (oppure anche semplicemente pollo alla griglia) rimarrà profondamente deluso: tutte le molecole nostre amiche sono molecole vegetali!
Eccovi l’elenco:
a) Capsaicina, contenuta nel peperoncino e nella paprika piccante;
b) Quercetina, presente nella lattuga, nelle cipolle, gli asparagi, i capperi e il cioccolato extra fondente;
c) Resveratrolo, che troviamo nell’uva;
d) Curcumina, presente nella curcuma;
e) Fisetina, contenuta nei kaki, nelle mele e nelle fragole;
f) Epigallo-catechina-3-gallato, che troviamo nel tè verde e nel tè nero;
g) Antocianine, contenute in moltissimi alimenti di colore rosso-viola, quali radicchio rossouva neraarance rossecavolo cappuccio rossociliegiemelanzanefrutti di bosco, prugne nere.
L’azione di queste sostanze avviene direttamente a carico del DNA, permettendo una serie di modulazioni dei nostri processi biochimici, che, alla fine, portano ad una minore produzione di radicali liberi e processi infiammatori. Tutto questo si gioca proprio a livello del nostro DNA, con una maggiore attivazione dei geni della longevità e una inibizione di quelli dell’invecchiamento.
Avremo modo di parlare più approfonditamente di ciascuna di queste molecole e degli alimenti che le contengono; mi preme qui sottolineare un aspetto per i più golosi. Sicuramente vi sarà subito balzato agli occhi che tra i cibi della longevità è presente il cioccolato! Immagino che ora tutti i golosi si troveranno con una scusa in più per assaporare questo gustosissimo alimento. Questo è il classico esempio di riduzionismo scientifico: il cioccolato fondente contiene una molecola della longevità, quindi posso mangiare tutto il cioccolato che voglio. Il riduzionismo è quel maledetto vizio che abbiamo tutti (anche noi uomini di scienza!) di assolutizzare un solo aspetto della realtà, tanto da ridurre l’intera realtà a quel solo aspetto! Il cioccolato è un cibo molto calorico, con un’alta percentuale di grassi e il fatto che contenga antocianine non significa minimamente che ne possiamo abusare, ma ci apre semplicemente alla possibilità di imparare a mangiarlo in piccole quantità: solo così possiamo sfruttarne i benefici. Non solo piccole quantità, ma anche alcuni accorgimenti, fondamentali per non disperdere i benefici: a) il cioccolato deve essere fondente almeno al 70%; b) non deve contenere latte e tantomeno deve essere cioccolato bianco! c) quando consumato, il cioccolato fondente non deve essere associato ad alcuna fonte di latte, perché perde ogni efficacia.
Buon cioccolato a tutti, ma anche buon tè, asparagi, cipolle, melanzane, ciliegie, uva…

Primo Vercilli

medico dietologo nutrigenetico
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